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15.04.2014
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RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULL’APPLICAZIONE OCM ortofrutta – periodo 2008/2012

Il 3 marzo 2014 è stata pubblicata la relazione della Commissione Europea al Parlamento Europeo e al Consiglio, sull'applicazione delle disposizioni relative alle Organizzazioni di produttori, ai fondi di esercizio e ai programmi operativi nel settore  ortofrutticolo a seguito della Riforma del 2007 ("relazione sul regime applicabile agli ortofrutticoli").
Il documento prende spunto dalle informazioni fornite dagli Stati Membri in ordine all’attuazione del regime ortofrutticolo dell'UE nei rispettivi Paesi facendo riferimento, in particolare, delle informazioni contenute nelle relazioni annuali e nelle relazioni di valutazione inviate alla Commissione, su dati relativi al periodo 2008-2010.
La relazione si apre con una breve introduzione sulle riforme che hanno inciso in modo sostanziale sul tema dell’aggregazione, in particolare la riforma del 2007 con la quale si è voluto rafforzare ulteriormente il ruolo delle OP, introducendo  una gamma più ampia di strumenti di prevenzione e gestione delle crisi di mercato, e creando incentivi per incoraggiare le fusioni tra OP, le associazioni di OP (AOP) e la cooperazione transnazionale.  La grande innovazione di questa riforma è rappresenta dalla richiesta agli Stati membri di elaborare una Strategia Nazionale in materia di programmi operativi sostenibili comprendente un quadro specifico di azioni ambientali
L’aggregazione e l’analisi dei dati delle relazioni annuali hanno consentito di determinare un quadro complessivo sui seguenti temi:

    sviluppo del settore;
    comparto delle organizzazioni di produttori;
    fondi di esercizio e il sostegno finanziario dell'UE ai programmi operativi;
    aiuto finanziario nazionale e rimborso dell'UE;
    programmi operativi: misure e tipi di azioni attuate;

Per quanto concerne il tema delle Organizzazioni di produttori, la relazione della Commissione evidenzia, a seguito della riforma del 2007,  un aumento del tasso di organizzazione, una maggiore attrattività delle OP ed una maggiore attrattività delle AOP.
Tuttavia, in molti Stati, sono ancora molti i limiti che caratterizzano tale comparto, come ad esempio: la dimensione limitata delle OP in termini di numeri di soci e di Valore della produzione commercializzata, o la non eccessiva quota di aggregazione che caratterizza molti paesi. Accanto a queste problematiche si accosta, malgrado i progressi compiuti a livello nazionale, la presenza in molti stati di notevoli squilibri regionali nel grado di organizzazione dei produttori di ortofrutticoli. L’Italia ad esempio presenta un tasso di organizzazione relativamente elevato a livello nazionale (circa 47%) determinato però, da un forte squilibrio tra l'elevato tasso di organizzazione in alcune regioni settentrionali e la scarsa organizzazione in numerose altre regioni.
Nella relazione sono riportate alcune possibili cause della scarsa aggregazione a livello regionale o di Stato Membro, come ad esempio:

    la mancanza di fiducia reciproca;
    i comportamenti opportunistici, che si fondano sulla tentazione di sfruttare gli sforzi di altri senza pagarne il prezzo; 
    l'economia sommersa, e la possibilità di pagare meno tasse;
    l’operatività di molti produttori esclusivamente su mercati locali o regionali, o tramite la vendita diretta;
    la complessità delle procedure per ottenere il riconoscimento come OP, farsi approvare un
    programma operativo e, successivamente, avere accesso agli aiuti finanziari pubblici.
    il  forte rischio di perdere gli aiuti finanziari pubblici, che può compromettere la sopravvivenza di una OP (soddisfacimento e mantenimento di una serie di requisiti come ad esempio il numero minimo di soci, controllo democratico, esternalizzazione, etc..).

Dal documento predisposto dalla Commissione emerge, a seguito della Riforma del 2007, un sostanziale incremento negli anni, della spesa totale per programmi operativi e del relativo aiuto finanziario dell'UE. Tale incremento è riconducibile ad un aumento del  numero e della percentuale di OP che hanno attuato un programma operativo,  all'aumento del numero e della dimensione economica media (valore dei prodotti commercializzati) delle OP con un programma operativo, ed al fatto che le OP di dimensioni maggiori (circa il 18% del totale, con un fatturato superiore a 20 Mio di EUR) ricevono circa il 70% dell'aiuto finanziario dell'UE.


immagine_editorPer quanto concerne l’Aiuto Finanziario Nazionale, nel il periodo 2008-2010, solo sei Stati membri (ES, HU, IT, PT, RO e SK) si sono avvalsi di questo strumento, con un aiuto annuale complessivo medio di 12,2 Mio di EUR, parzialmente rimborsato dall'UE.  Il motivo dell’astensione degli altri paesi, che pur avendo i requisiti per richiedere l’aiuto non l’hanno fatto, è riconducibile al fatto che gli Stati membri sono tenuti a finanziare integralmente o parzialmente l'aiuto concesso.

Dall’analisi della spesa annua a titolo dei programmi operativi (in media 1 252,1 Mio di EUR) nel periodo 2008-2010 è emerso che tale spesa ha riguardato  prevalentemente azioni intese a migliorare la commercializzazione (24,0% del totale), misure ambientali (23,8%), seguite da azioni per pianificare la produzione (22,2%) e migliorare o mantenere la qualità del prodotto (20,3%).

Dalle relazioni sulla valutazione 2012 della Strategia Nazionale, che di recente i 19 Stati membri hanno inviato alla Commissione, emerge una prima valutazione intermedia sugli effetti dei programmi operativi attuati dopo la riforma del 2007. I risultati definiscono che:
     nella maggior parte degli Stati membri, i programmi operativi stanno contribuendo positivamente alla realizzazione di obiettivi fondamentali, come promuovere l'immissione sul mercato dei prodotti dei soci di OP, garantendo che la produzione sia adeguata in funzione della domanda (in termini di qualità e quantità) e migliorando la competitività delle OP.
    In alcuni Stati membri, i programmi operativi contribuiscono anche ad incrementare il valore commerciale dei prodotti commercializzati da OP (ad es. CY, CZ, DE, HU, IT, UK) e a promuovere la concentrazione dell'offerta (ad es. CY, CZ, DK, ED, HU, IT, PT).
    I motivi per cui in altri Stati membri i programmi operativi contribuiscono in misura scarsa o nulla ad incrementare il valore commerciale dei prodotti commercializzati da OP o a promuovere la concentrazione dell'offerta comprendono, in alcuni Stati membri (ad es. PT), il persistere di uno scarso potere contrattuale delle OP all'interno della catena distributiva, dovuto al loro numero limitato e alle loro piccole dimensioni, e in altri Stati membri (ad es. NL) il tasso di organizzazione già alto aggiunto dal settore.

Dall’analisi della relazione della Commissione, emergono altresì alcune problematiche non ancora risolte dai programmi operativi nella maggior parte degli SM, come ad esempio l’ ottimizzazione dei costi di produzione, la stabilizzazione dei prezzi alla produzione (anche in Italia, la causa è sostanzialmente riconducibile alla scarsa efficacia di certi strumenti di gestione e prevenzione delle crisi e/o l'uso di tali strumenti da parte di un numero troppo limitato di OP), il miglioramento dell'attrattiva delle OP, e lo scarso o nullo contributo alla realizzazione di alcuni obiettivi ambientali.

La gamma troppo ampia degli obiettivi individuati, accostata alla mancanza di precisi traguardi predefiniti costituiscono due ulteriori importanti  punti deboli nelle strategie nazionali di alcuni SM.

L’analisi delle singole relazioni annuali degli SM, ha consentito di individuare alcune considerazioni conclusive. La persistenza del basso livello di organizzazione, o addirittura la sua assenza, in alcuni Stati membri evidenzia la necessità di  un'attenta analisi volta ad individuare se del caso, misure aggiuntive per incoraggiare un ulteriore aumento del livello di organizzazione dei produttori nell'intera UE, ma anche una riduzione dello squilibrio dell'organizzazione dei produttori ortofrutticoli nell'UE. L'incremento del tasso di organizzazione del settore ortofrutticolo resta fondamentale, soprattutto negli Stati membri dove è ancora molto basso.
I programmi operativi potrebbero contribuire maggiormente alla realizzazione di obiettivi fondamentali quali il miglioramento dell'attrattiva delle organizzazioni di produttori, l'incremento del valore commerciale dei prodotti, l'ottimizzazione dei costi di produzione e la stabilizzazione dei prezzi alla produzione.
L'uso (molto limitato) di strumenti di prevenzione e gestione delle crisi ha messo in evidenza i limiti di taluni strumenti esistenti. Occorre prendere in considerazione il miglioramento degli strumenti di prevenzione e gestione delle crisi.
Nella maggior parte degli Stati membri, la spesa per misure "strategiche", quali la ricerca e la produzione sperimentale, resta trascurabile. Potrebbe quindi essere pertinente rafforzare l'applicazione delle risorse disponibili per certe misure prioritarie che hanno un impatto più incisivo su competitività, stabilità del reddito e domanda di mercato.
Anche la complessità delle norme e la mancanza di certezza del diritto sono state indicate tra i punti deboli del regime attuale. La semplificazione e la garanzia di un quadro giuridico devono essere prioritarie in una futura revisione.
Infine, un altro aspetto che potrebbe essere altresì valutato è la redistribuzione delle risorse esistenti verso nuove misure, senza aumentare gli importi complessivi disponibili per il settore al fine di garantire la neutralità di bilancio nell'ambito delle misure di mercato del primo pilastro.
Per arginare i limiti e le problematiche individuate nella relazione della Commissione, occorre rivedere l'attuale regime UE applicabile al settore ortofrutticolo, al fine di  garantire che il sostegno fornito alle organizzazioni di produttori sia più mirato alla realizzazione degli obiettivi della riforma della PAC 2014-2020 in tutti gli Stati membri.
La Commissione potrebbe basarsi sui risultati di questa relazione e sull'imminente dibattito per presentare in una fase successiva proposte legislative intese a rivedere il regime di aiuti dell'Unione applicabile al settore ortofrutticolo.