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19.09.2014
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De Ponti: misure anti-crisi deludenti, ma l'Italia è sempre meno competitiva
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Testata : ItaliaFruit


(ItaliaFruit) Delusione per i provvedimenti comunitari, che ben poco potranno supportare le aziende italiane travolte dal doppio "tsunami" crisi della frutta estiva-embargo russo; ma, anche, consapevolezza che il sistema Italia sta perdendo competitività ed occorre rimboccarsi le maniche prima sia troppo tardi. Si muove su questo doppio binario l’amara riflessione del presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti (nella foto) dopo la (ri)formulazione degli interventi della Commissione europea.

Una presa di posizione - a margine del consiglio di amministrazione dell'Unione che martedì ha discusso le misure Ue relative alla frutta estiva e all’embargo russo - che in molti passaggi "sposa" i concetti espressi nell'editoriale di Italiafruit "Embargo russo tra mito e realtà" dello scorso 4 settembre (cliccare qui per leggere). 
L'embargo indubbiamente ci danneggia e l'Europa dà le briciole, dice in sostanza De Ponti, ma ciò "non può distogliere la nostra attenzione da una situazione rispetto alla quale dobbiamo fare una profonda ma rapida riflessione circa la competitività". 

A tal proposito De Ponti cita la perdita di quote di mercato anno dopo anno dell’Italia in Russia a favore soprattutto di Spagna e Polonia e l’export italiano di frutta tendenzialmente in calo, nel 2013 al 15esimo con una quota di mercato del 2,4%. 

Insomma, "occorre rimboccarsi le maniche  e promuovere una strategia vincente che vada oltre il problema dell’embargo: ognuno di noi può e deve fare meglio. È chiaro che il problema e la relativa soluzione è sfaccettato e complesso, ma da qualcosa - e fattibile - dobbiamo partire". 
Su questo, aggiunge il presidente, "il consiglio di amministrazione di Unaproa si è espresso all’unanimità impegnandosi a proporre e a mettere in pratica una serie di iniziative utili al sistema Italia, inoltrando al Ministro Martina proposte concrete per intervenire sulla continua crisi di mercato. Se rimaniamo fermi a leccarci le ferite, siamo già morti".

Ben detto: come abbiamo già avuto modo di scrivere, fino a quando le energie non saranno rivolte prioritariamente a cercare, elaborare e comunicare strategie per migliorare la qualità, aggregarsi,affrontare i mercati in maniera più competitiva e riuscire a gestire quelle criticità che dipendono, in tutto o in parte, dagli operatori, il settore ortofrutticolo sarà sempre esposto pesantemente a crisi endogene ed esogene, passeggere e strutturali.
«Aiuti europei lenti e inadeguati»
Per quanto concerne l'analisi delle misure di sostegno comunitarie, De Ponti afferma che "il provvedimento è stato decisamente e colpevolmente tardivo rispetto al problema della campagna di pesche e pesche noci".  "Il mese di luglio per le nostre organizzazioni è stato un autentico calvario - aggiunge - mentre la Commissione continuava a chiedere dati su dati. Gli interventi realizzati sono stati insufficienti e non sono serviti a riequilibrare un mercato in crisi". 

Unaproa evidenzia che i provvedimenti hanno riguardato 23.671 tonnellate di prodotto, un quantitativo poco significativo rispetto alla produzione complessiva a livello comunitario (0,68%) e in Italia sono state ritirate 9.452 tonnellate. E aggiunge che, a differenza della Spagna dove tutta l’ortofrutta ritirata è stata destinata alla distribuzione gratuita, in Italia solo il 18,45% è andato alla distribuzione gratuita. “Non sappiamo fare più neanche beneficenza - commenta amaro De Ponti -.  E poi i prezzi di ritiro (0,269 euro al chilo) sono benal di sotto dei costi di produzione che ammontano ormai a 0,35/0,40 euro; nessuno è incentivato a ritirare la produzione dal mercato se i costi superano i ricavi”.
 
Per le azioni legate all’embargo russo De Ponti sottolinea poi "l’assurdità dell’esclusione di alcuni prodotti, pure colpiti dal divieto, dal beneficio dei provvedimenti comunitari: gli ortaggi mi sembrano decisamente penalizzati, visto e considerato che, tra questi,  sembra che solo pomodori e carote potranno beneficiare dell’intervento. Eppure se analizziamo i dati relativi all’export in Russia, proprio gli ortaggi (7% della relativa quota di mercato) rappresentano per l’Italia l’unico settore in costante crescita grazie all’evoluzione del prodotto di IV gamma e dei prodotti pronti per l’uso”.
 
Il presidente di Unaproa ribadisce poi che “il danno interessa tutti i produttori e non solo quelli che esportavano verso la Federazione Russa: le riduzioni di prezzo, rispetto all’anno precedente, hanno infatti toccato anche -40%". 

"Ma tutto questo - conclude - non può distogliere la nostra attenzione da una situazione rispetto alla quale dobbiamo fare una profonda ma rapida riflessione circa la competitività". 

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