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08.09.2014
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Embargo tra mito e realtà: ci scrivono Unaproa, Coop, Conad
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Testata : ItaliaFruit


(ItaliaFruit) Come era prevedibile e per certi versi anche auspicabile, ha smosso le acque e suscitato reazioni il nostro Fondo di giovedì scorso sui reali effetti dell’embargo russo sull’export ortofrutticolo italiano (cliccare qui per leggerlo). 

In un momento in cui nel settore si leva alto un corale grido d’allarme e si chiedono misure di sostegno a tutti i livelli della politica nazionale e comunitaria per i danni presenti, passati e futuri, siamo andati a scrivere - confortati dai dati sulle esportazioni degli ultimi anni elaborati da Agroter su base Istat - che sarebbe meglio rimboccarsi le maniche per cercare opportunità alternative ed essere pronti alle sfide di domani. Perché non tutto il male viene necessariamente per nuocere e non è detto che gli scenari dei prossimi mesi saranno catastrofici. 

Il direttore di Unaproa Stefano Franzero ci ha inviato una garbata ma ferma nota in cui si dice in disaccordo con il contenuto del prezzo, dove ritiene manchi un dettaglio fondamentale: “il danno non è solo il calo dell’export italiano (comunque non trascurabile) ma la concorrenza esercitata da altri Paesi – come ad esempio la Polonia – che non avranno più la Russia come mercato di riferimento”. Anche Paolo Tassan diCoop ci ha scritto per sostenere che “al di là del nostro export in Russia rimane comunque un enorme problema del dove andrà a finire tutto il prodotto di quegli esportatori europei che non hanno più sbocco in Russia, vedi il 70% di mele polacche”.

Potenziale problema sì, danno sicuro no, viene da dire. Ma fino a quando le energie del settore non saranno rivolte prioritariamente a cercare, elaborare e comunicare strategie per migliorare la qualità, aggregarsi, affrontare i mercati in maniera più competitiva e riuscire a gestire quegli aspetti delle crisi che dipendono, in tutto o in parte, dagli operatori, si continuerà a giocare sulla difensiva sperando che il vento soffi sempre dalla parte giusta.

A proposito dei potenziali effetti dell'embargo sulle mele, Luca Granata di Melinda qualche giorno fa in un'intervista a Italiafruit ha rappresentato un altro modo di vedere le cose: "Probabilmente qualche area potrà beneficiare di qualche vantaggio a discapito di altre, ma alla fin fine l'enorme import russo di melecontribuirà a mantenere in equilibrio l'offerta mondiale anche se l'embargo verso la Ue28 dovesse effettivamente durare a lungo". 

Con una mail inviata ieri il direttore del Mercato agroalimentare di Padova, Francesco Cera, si complimenta per l'articolo, ammette che il danno da embargo finora è limitato e, pur temendo per le prospettive future, sottolinea come "per i Centri agroalimentari il vero danno sia quello del limite dei mille euro sul contante, per il quale avete più volte scritto...".

Francesco Avanzini di Conad, infine, esprime “apprezzamento per il Fondo: con la sostanza dei numeri si contro-argomenta correttamente e si "combatte" l'italico  sport del pianto preventivo”.

Ringraziamo tutti coloro che hanno scritto e invitiamo i lettori ad alimentare ulteriormente il dibattito.