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16.04.2014
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L’EDITORIALE DI AMBROGIO DE PONTI

immagine_editorL’importanza di essere organizzati


Agli inizi del mese di marzo la Commissione europea ha pubblicato l’attesa Relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione delle disposizioni relative alle organizzazioni di produttori, ai fondi di esercizio e ai programmi operativi nel settore ortofrutticolo successivamente alla riforma del 2007 che va sotto il nome di "Relazione sul regime applicabile agli ortofrutticoli".


Si tratta di un documento molto atteso perché, come specificato nelle conclusioni, la Commissione potrebbe basarsi sui risultati di questa relazione e sull'imminente dibattito per presentare in una fase successiva proposte legislative intese a rivedere il regime di aiuti dell'Unione applicabile al settore ortofrutticolo. 


Contemporaneamente il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in vista dell'elaborazione della Strategia nazionale per i programmi operativi per il periodo di programmazione 2015-2020 e in considerazione delle esperienze tratte dalla riforma del 2007, delle sfide emergenti e della nuova PAC 2014-2020, ha ritenuto opportuno sottoporre a consultazione pubblica il tema delle scelte strategiche per lo sviluppo del settore ortofrutticolo attraverso l'aggregazione tra produttori. 


Si tratta di due momenti, sia a livello comunitario sia a livello nazionale,  di grande rilevanza  per il nostro comparto soprattutto perché entrambi confermano per i produttori agricoli l’importanza di essere organizzati. In questa sede vorrei mettere in evidenza soprattutto due elementi: il primo è il livello di organizzazione dei produttori ortofrutticoli italiani salito al 47% ed il secondo il fatto che finalmente si parla di strategia nel settore ortofrutticolo come auspichiamo da tempo. Oramai quasi la metà della produzione ortofrutticola nazionale è organizzata in OP e credo che per questo debba essere reso merito a tutte quelle Organizzazioni che con il loro buon operare sono state di esempio e di stimolo per gli altri. Per questo ci aspettiamo dalle Istituzioni maggiore attenzione al sistema organizzato, come ho avuto modo di ripetere sempre più spesso, già a partire dai prossimi PSR, riconoscendo priorità e premialità alle OP e alle loro aziende associate. 


Rimangono alcuni elementi fortemente critici tra cui lo sbilanciamento del livello organizzativo in Italia tra Nord e Sud. A scanso di equivoci, credo profondamente sbagliato evocare contrapposizioni  di sorta. Possiamo contare su eccellenti realtà tanto al Nord quanto al Sud, che ovviamente insistono su sistemi sociali ed economici differenti. Anzi proprio per questo dobbiamo dare atto a quanti nel Meridione d’Italia si sono adoperati fattivamente per costruire realtà di stampo europeo. È solo attorno a loro che quel livello crescerà ancora e con loro il sistema ortofrutticolo. 


Maggiore attenzione al sistema organizzato per noi significa guerra alla concorrenza sleale dovuta al “sommerso” e ai comportamenti illegali. Significa inoltre semplificare quanto possibile la macchina della burocrazia puntando a comportamenti univoci, senza avere la possibilità di interpretazioni. Significa assicurare maggiore coordinamento dei controlli, che in taluni casi si sovrappongono e generano un peso  burocratico insopportabile. Mi auguro fortemente che  la proposta del Registro unico dei controlli aziendali nell’ambito del piano di azioni per l'agroalimentare proposto dal Ministro Martina Campolibero trovi applicazione anche presso le OP in modo da evitare che ciò che è stato controllato non debba essere controllato di nuovo.


Mi auguro con tutto il cuore che questi segnali trovino rispondenza immediata e permettano alle nostre aziende di guardare con maggiore ottimismo al futuro. Un bel pezzo di strada l’abbiamo fatto ma spero che il meglio debba ancora venire! Buona Pasqua a tutti.